mercoledì 26 gennaio 2011

CONFAGRICOLTURA SICILIA: POTENZIARE SUBITO LE BARRIERE FITOSANITARIE PER GLI AGRUMI


Un nuovo ceppo, ancora più pericoloso, del virus della tristezza ha già fatto la sua comparsa in Europa e rischia di arrivare presto anche in Sicilia. La notizia è stata data a Catania nel corso di un seminario organizzato dalla Regione per fare il punto sulla infezione che ha già prodotto numerosi danni agli agrumeti della Sicilia orientale.
Questo ceppo è in grado di superare la resistenza dei portainnesti che a partire dal 2004 si stanno utilizzando per fermare la prima avanzata del virus.
“Oltre alla ricerca – scrive il Presidente della Confagricoltura siciliana, Gerardo Diana in una nota inviata al Presidente della Regione, Raffaele Lombardo – occorre mettere immediatamente in campo una rete speciale di protezione per difendere il patrimonio agrumicolo siciliano da questo nuovo attacco virale”.
La proposta di Diana è quella di chiedere il ripristino delle barriere fitosanitarie poiché questo nuovo afide, di origine tropicale, è stato già avvistato in Spagna dove si sta rapidamente diffondendo.
La Sicilia non può correre il rischio di pagare un nuovo dazio in termini di riduzione del potenziale produttivo. A causa della perdurante crisi le aziende agrumicole non sono in grado di sostenere ulteriori costi per reimpiantare gli appezzamenti distrutti dalla malattia. Gli agrumicoltori che hanno nel frattempo già sostituito le piante colpite dal virus della “tristeza” con altre ottenute da portainnesti, ritenuti fino a questo momento resistenti, quali il citrange, non sono quindi esenti dal rischio di una nuova infezione.
La richiesta portata avanti dal Presidente della Confagricoltura siciliana si muove nell’ambito del principio, poco applicato quando interessa la Sicilia, della reciprocità degli accordi. Nel recente passato, questo scarso livello di attenzione, ha provocato la quasi totale scomparsa delle palme, rase al suolo dal punteruolo rosso.
“Su questo punto – aggiunge Diana – so già che arriveranno, come nel recente passato, tutta una serie di valutazioni e considerazioni tendenti a giustificare il mancato impegno nei confronti degli organismi competenti, quando invece, in un momento difficile come questo, la parola d’ordine dovrebbe essere quella di insistere per affermare le ragioni e gli interessi dell’isola.
Il ricorso alle barriere fitosanitarie può essere additato come uno strumento antiquato, ma al momento è l’unico utilizzabile e che ha consentito alle nuove potenze emergenti di aumentare i loro indici di sviluppo.
“Ci sono ormai tutte le condizioni favorevoli per superare le barriere fitosanitarie poste dalla Cina nei confronti dei nostri agrumi”. Questo è quanto affermato lo scorso agosto dal prof. Antonio Catara a conclusione di un missione commerciale a Pechino organizzata dalla Regione Siciliana. Possibile che lo stesso livello di attenzione e protezione non possa essere assicurato anche al nostro patrimonio agricolo?

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