mercoledì 27 aprile 2011

Accorpamento enti regionali: non fare di tutta l'erba un fascio


Per il presidente Diana non è un caso se proprio il vino è uno dei pochi settori produttivi siciliani ad aver mantenuto, anche in anni di crisi, un segno positivo negli scambi commerciali. Grazie alle iniziative promozionali dell’Istituto, l’unico in Italia, l’enologia dell’isola si è fatta conoscere ed apprezzare in un mercato sempre più globalizzato e per questo particolarmente difficile da affrontare.

“In questo caso – conclude il presidente della Confagricoltura siciliana – non si può fare di tutta l’erba un fascio. I tagli e gli accorpamenti vanno semmai fatti nei confronti di tutti quegli organismi divenuti autoreferenziali o che rappresentano inutili doppioni di strutture già operanti a livello nazionale”.

Agricoltura, Cia Sicilia: maggiore attenzione da parte del Governo regionale nell'opera di razionalizzazione dei costi. No alla soppressione dell’Istituto vite e vino. Si alla concertazione e alla condivisione delle scelte.


“Bene quindi - afferma la confederazione - la scelta di ridurre questi enti, ma attenzione a non fare di tutta l’erba un fascio. Occorre quindi procedere con cautela in questa opera di riorganizzazione e va premiato chi, come l’Istituto regionale della vite e del vino, ha dato prova, in questi ultimi anni, di sostenere l’azione di rilancio del comparto vitivinicolo regionale”.

"In particolare - spiega la Cia siciliana - non riteniamo giusto sopprimere o sciogliere in una nuova entità non ancora ben definita l’IRVV così come proposto dal governo nel maxi emendamento alla Finanziaria. La misura presentata, invece, per la stabilizzazione dei lavoratori precari degli enti impegnati in agricoltura e l’aumento delle ore di lavoro e quindi degli stanziamenti, non va nella direzione del risparmio e di un vero sostegno all'agricoltura regionale”.

“ Non vorremmo - dichiara Carmelo Gurrieri, presidente regionale della CIA - che il mondo politico e la stessa opinione pubblica assegni questi stanziamenti come risorse spese a favore degli agricoltori. Si tratta infatti di spese politiche che nulla hanno a che vedere col rilancio del settore agricolo regionale”. “E’ opportuno inoltre - continua Gurrieri - che il Governo regionale attui il metodo della concertazione per sviluppare una reale politica agraria capace di incidere sulle scelte strategiche per il rilancio del settore e per attuare tutte le opportune scelte di razionalizzazione dei costi e di miglioramento dell’attività dell’amministrazione”.

venerdì 8 aprile 2011

Premiato al Vinitaly il Limone di Siracusa IGP

Al Vinitaly per incentivare una più forte sinergia fra Wine&Food Made in Italy


Successo ieri al Vinitaly per Anteprima DOP un progetto studiato dalla Fondazione Qualivita per il Ministero delle politiche agricole per consentire una conoscenza dei prodotti che nei prossimi mesi saranno commercializzati con un marchio di tutela.

Alla presenza di autorità, buyers, giornalisti Adriano Rasi Caldogno, Capo Dipartimento delle politiche competitive del mondo rurale della qualità del Mipaaf e Roberto Varese dirigente SAQ 7 qualità certificata e indicazioni geografiche del Mipaaf, hanno consegnato un riconoscimento a Fabio Moschella presidente del Consorzio per l’ impegno profuso per l’ottenimento della registrazione.

L’Italia, che guida la classifica europea per numero di prodotti registrati arricchisce il suo paniere di qualità offrendo al consumatore un nuovo prodotto con il marchio IGP che è una garanzia per gli accurati controlli di tutta la filiera a cui viene sottoposto. Il Limone di Siracusa IGP è una realtà economica importante, conosciuto e ben introdotto nella GDO e con un export in costante crescita.

Limone di Siracusa IGP

Riconoscimento DOP con regolamento UE 96 del 03.02.2011 pubblicato sulla GUUE L 30 del 04.02.2011

Coltivato all’interno di un territorio “Patrimonio dell’Umanità” UNESCO e in una regione, la Sicilia, ai primi posti per la produzione di agrumi e in particolare di limoni, il Limone di Siracusa IGP si distingue per l’elevata quantità di succo nella polpa, la finezza della buccia, l’alta percentuale di acido citrico e di vitamina C e l’eccezionale bouquet dei suoi oli essenziali. Il prodotto è infatti anche un ingrediente di pregio per l’industria di trasformazione, sia per la produzione di succhi, oli essenziali, liquori, che per prodotti della pasticceria e della gelateria.

Ai loghi DOP e IGP il consumatore ormai associa sempre più la garanzia, l’affidabilità, l’origine sicura e certificata dei prodotti, grazie ai severi controlli cui sono sottoposti. Quello che inizialmente sembrava nato come un settore di nicchia oggi, attraverso la distribuzione moderna, sta diventando un settore importante per l’agroalimentare italiano. Sicuramente la start-up di una denominazione, sia per l’applicazione corretta del disciplinare e dei piani di controllo, sia per tutti gli aspetti del marketing, rappresenta una fase molto delicata per le aziende della filiera. Il Consorzio è impegnato da ora ad aprire una nuova fase della propria attività.