giovedì 28 luglio 2011



L'agricoltura come il Titanic: mentre affonda l'orchestrina suona


A qualche mese di distanza dall’approvazione della finanziaria regionale non è stata mantenuta la promessa di inserire gli emendamenti accantonati, molti dei quali di vitale importanza per la ripresa dell’agricoltura siciliana, in uno specifico disegno di legge da portare all’approvazione dell’Assemblea entro l’estate.

Tra pochi giorni il Parlamento siciliano chiuderà i battenti per le meritate vacanze estive con la soddisfazione di aver definito alcuni provvedimenti di vitale importanza per l’economia regionale come quello per evitare il blocco della stagione venatoria.

“Gli agricoltori - evidenzia il presidente della Confagricoltura siciliana, Gerardo Diana – senza le norme in materia di proroga delle cambiali agrarie ed assestamento delle passività rischiano di essere impallinati, ben prima di settembre, dalle doppiette degli istituti di credito e da quelli previdenziali”.

Già una prima scarica di pallini è arrivata nella schiena dei cerealicoltori che proprio nella giornata di ieri si sono visti reintrodurre l’obbligo, da parte della Conferenza Stato Regioni, di utilizzare il seme cartellinato per poter beneficiare degli aiuti, a finalità esclusivamente agroambientali, previsti dall’art. 68 del Regolamento (CE) n. 73/2009 e ciò nonostante il parere contrario espresso da tutte le organizzazioni agricole, sia regionali che nazionali.

“Dinanzi a questa nuova falla l’orchestrina della politica, come nel TITANIC, va avanti senza scomporsi”. Diana, nel suo amaro sfogo, punta anche l’indice verso coloro che continuano a dare un’immagine colorita e distorta del settore.

Da qui l’appello a tutta la politica regionale a dare un concreto ed immediato segnale di attenzione nei confronti di un settore, che così come è emerso dai primi dati dell’ultimo censimento agricolo, continua ad essere centrale per l’economia e l’occupazione dell’isola.

“Anche qui occorrono delle precisazioni riguardo l’ottimismo che ha accompagnato la lettura degli ultimi indicatori economici che attribuiscono all’agricoltura siciliana un irrisorio segno più: negli ultimi 5 anni – ricorda Diana - a causa della crisi congiunturale e dell’aumento sconsiderato dei costi di produzione, come quello che in questi giorni sta interessando il gasolio ed i concimi, oltre 50 mila aziende hanno abbandonato il campo mentre la quasi totalità delle oltre 200 mila rimaste ha il fiato grosso a causa della mancanza di liquidità dovuta al crollo dei prezzi ed alle massicce importazioni extracomunitarie”.

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